venerdì 22 gennaio 2016

Lucifero, Satana, l'angelo della divina presenza

L'Angelo della divina presenza è Satana ed è nominato e specificato nell'illustrazione di Giobbe. Solitamente ha sembianze di angelo di luce e spesso è mal identificato con Dio stesso dal non-Albione. Fa parte, nella forma di Lucifero,  dei sette angeli della divina presenza. Essi accompagnano L'uomo nella sua caduta conferendoli la possibilità, ogni tanto, di affacciarsi all'assoluto tramite intuizioni geniali e tramite gradini spirituali (appunto sette) raggiungere Jesus, ovvero il portatore di pietà. Sono anche chiamati i sette occhi di Dio
Lucifero in realtà è il primo stadio dei sette occhi di dio. Ed è grazie alla "santità" del suo "egoismo" che riesce a porre l'individuo nella vita, a conservarsi, e a trovare il suo posto nell'universo. Questo "IO" , che può essere chiamato anche come "VOLONTA" altro non fa che introdurre l'uomo alla riflessione sul sè, tramite una specie di narcisismo intellettuale. Alla fine esso però sublima nella "pietà". Potremmo dire che lucifero, nel suo stadio positivo, rappresenta una selfishness (a self-centered) visionaria rivolta alla vita, quella che si trova anche nel fanciullo (ego visionario).  
Tale Lucifero positivo lo troviamo anche nell'immagine "Satan in his original glory". 


Si potrebbe notare come inoltre Lucifero non rinunci a se stesso, evitando la morte. Per questo egli non si sacrifica a Satana (invece Gesù lo fa); è quindi giusto ricollegarlo ad un principio di volontà conservativa.
Satana invece è colui che "uccide", quindi distruttore del corpo, portatore del caos nell'immaginazione, di peccato nell'emozione, e alla notte oscura della ragione.


Death & Experience of Death

Solo l'uomo naturale (Experience status) conosce e riconosce la morte (e quindi la teme e non la accetta, sepre secondo la sua canonizzazione di Good & Evil). Anche questa "esperienza di morte" è dipica dell'Adamo forgiato e creato dal dio morale Elohim. 

Anche Giobbe si trova davanti all'esperienza della privazione (che lo pone dinanzi anche al timore della morte. Tale esperienza è però superata nell'accettazione, nel superamento. La rinnovata fede di Giobbe lo pone aldilà del timore duale morale e lo rivolge al superamento dell'Adamo accusatore, legiferatore e schiavo di Elohim.


L'accusa del dito puntato

L'accusa, in relazione alla negatività del giudizio, risulta spesso presentata con un soggetto che indica. Altre volte essa si presenta tramite azioni iraconde relative all'invettiva fisica e verbale (ad esempio la lapidazione).


Oppressione sopraelevata

Tale iconografia dell'entità che sembra opprimere sopraelevandosi l'individuo pare essere ricollegabile all'oppressione del logos, della legge, dello stato di morality. Non a caso la troviamo riferita a Elohim. Elohim è considerato da Blake come il Dio portatore di "morality", ovvero colui che plasma Adamo conferendogli la scissione "Bene-Male". E' contrapposto a Jehovah, ovvero colui che porta la "pietà", oltrepassando il pregiudizio del "giudizio" e negando una reale scissione di bene-male. Tale scissione risulta imperscrutabile. 



 

La posa dalle braccia distese

The Book Of Job, Altra versione
La posa dalle braccia distese ed aperte, rivolte verso il basso sembra legata sia a Urizen, sia alla Morte. Comunque richiama un andamento contraente, una creazione di "forme", un abbracciare la realtà e la conoscenza razionale. Questa posa potrebbe essere contrapposta alla posa immaginativa, che invece vede le mani rivolte ad abbracciare il cielo (vedi Gesù nell'ascensione). La posa dell'uomo barbuto richiamerebbe quindi il mondo percettivo dell'uomo caduto, che oramai ha generato la Natura sensuale e l'esistenza della morte (come privazione e punizione, nella sua negativizzazione).



Urizen, il carro, i figli

Urizen è colui che conduce con il proprio carro il Sole Materiale. Los al contrario conduce quello che Blake chiama il Sole Spirituale. La causa della caduta di Urizen (che in principio era in simbiosi con le altri parti di Albione) è la sete di dominio, a cui sono legati anche i concetti di moralità ed giudizio. E' così che Urizen diventa egli stesso Satana (Diviene l'Accusatore, il satana di Job), un Satana geloso di Albione e del genere umano, egocentrico individualista (E' per questo che quando è chiamato a guidare Albione si nascone in nuvole nere  -FZ, v:222). 

Con Urizen inizia il mondo della "wrath" - collera  e della "Justice". Urizen costruisce il guscio mondano (Mundane Shell) con poteri geometrici. Inoltre erige il suo stesso palazzo (FZ ii:166), il tempio della religione e della soppressione sessuale (FZ Vii b:19-38), il tempio del materialismo e il tempio della religiona naturale (J 56:21-43).


Le figlie di Urizen, prima della caduta, cantano canzoni piene di desiderio con bellissimi strumenti. Dopo la caduta diventano materiali, sudicie tra vermi e i mostri della terra. 
In FZ, nel Last Judgment esse sono nella confusione piene di lacrime e disperazione, ululanti e chiamano a gran voce il nome di loro padre. 
Anche i figli di Urizen dimenticano la loro vita eterna e si fanno rettili, ribellandosi inoltre molte volte al padre. IN J contribusicono a costruire il tempio di Urizen. Comunque abitano nella reggia del padre.  

In The Book of Job non biosgna stupirsi se quando Blake disegna la morte dei figli di Giobbe, presenti un tempio che crolla, massi che schiacciano tutti quei giovani e quelle giovani, come richiamando la distruzione del tempio di Urizen, la distruzione delle certezze geometriche della religione contemplativa e statica e della razionalità morale. 

Notasi come sia i figli che le figlie
ritornano a suonare gli strumenti FZ  Vi: 25-34 :
 "I Thaught them songs of  
sweet delight.
I gave their tender voices into the blu
expance & I inviented with laborious art
Sweet instrument of sound
"